Diciassette anni dopo gli Afterhours tornano a rifarci quella
scomoda domanda. Nel frattempo tutto o quasi è cambiato. Sono diversi loro,
siamo diversi noi.
L’unico ad essere rimasto uguale è il faccino (finto)
rassicurante di quella bionda patinata anni ’60 che campeggia anche sulla nuova
copertina.
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